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#StopEuMercosur: mobilitiamoci online!
La nostra mobilitazione: tutti i dettagli
In occasione della giornata di azione internazionale #StopEuMercosur, indetta da tutte le organizzazioni della campagna europea, invitiamo tutt* a partecipare alle seguenti attività:
- scrivi un’email al presidente del Consiglio e ai Ministri che devono prendere una posizione sul trattato UE-Mercosur. Partecipa all’azione insieme agli attivisti della Campagna Stop TTIP Italia e di Fridays For Future! Vai a questo link per partecipare!
- Unisciti al tweetstorm a partire dalle 11: a questo link trovi alcune bozze di tweet da copiare e incollare e a questo link tutte le grafiche!
- Seguici dalle 16.15 in diretta Facebook sulla pagina del Gruppo di dialogo globale e della nostra Campagna: insieme a tante associazioni e movimenti contrari all’accordo UE-Mercosur organizziamo una “carovana virtuale” in streaming: condividila con i tuoi contatti!
Insieme al rapporto, lanciamo anche una lettera aperta, firmata da 192 economisti che ritengono “viziata” la valutazione di impatto sul trattato UE-Mercosur richiesta dalla Commissione europea alla London School of Economics. Per l’Italia hanno aderito Giovanni Dosi (Institute of Economics), Guglielmo Chiodi (Università La Sapienza), Riccardo Mastini (Università autonoma di Barcellona), Salvatore Monni (Università di Roma Tre), Alessandro Vercelli (Università di Siena), Annamaria Simonazzi (Fondazione Roma Sapienza), Marcella Corsi (Università La Sapienza).
Oggi esce anche il nostro nuovo rapporto, intitolato “Colpevoli di ecocidio“. Il dossier, curato da Monica Di Sisto, elenca tutte le responsabilità italiane in Amazzonia e nell’area del Mercosur. Finalmente abbiamo i nomi e i cognomi di chi, fra soggetti politici ed economici, spinge per concludere questo accordo tossico.
Per saperne di più: lo stato dell’arte a livello europeo
Dopo più di un anno di intensa campagna contro l’accordo commerciale UE-Mercosur, abbiamo fatto grandi progressi. Sempre più governi hanno ritirato il loro sostegno: in Europa, abbiamo l’esempio dell’Austria che con un voto parlamentare ha impegnato il governo a mettere il veto sulla ratifica europea. Altri governi, come la Francia, preoccupati per l’ondata di opinione scatenata dai roghi in Amazzonia, si limitano a dire che l’accordo non si può firmare “nella sua forma attuale”.
I piani della Commissione europea e del governo tedesco (che fino a dicembre presiede il semestre europeo) di sottoporre entro il 2020 l’accordo alla ratifica del Consiglio UE (e quindi dei capi di stato e di governo dei paesi membri) sono falliti. L’accordo non verrà ratificato quest’anno e al momento non è chiaro il suo percorso futuro. Il merito di questo rallentamento è delle organizzazioni e dei movimenti come il nostro, che in tutta Europa e in America latina lottano contro i trattati di libero scambio.
Tuttavia, la Direzione generale Commercio della Commissione europea, il governo tedesco e altri attori spinti dall’interesse dell’agrobusiness e dell’industria automobilistica tedesca, cercano ancora di salvare il trattato UE-Mercosur. Sperano di farcela concordando un documento supplementare – chiamato dichiarazione interpretativa – in cui inserire la promessa di non distruggere l’ambiente e non violare i diritti umani con il trattato commerciale. Tuttavia, queste carte non hanno alcun effetto su ciò che resta scritto nell’accordo UE-Mercosur: sono soltanto dichiarazioni di intenti senza valore.
Perché ci mobilitiamo il 9 novembre?
Per scongiurare questo tentativo di gettare fumo negli occhi all’opinione pubblica, ci mobilitiamo in tutta Europa in occasione del vertice del Consiglio UE del 9 novembre. Chiederemo ai capi di stato e di governo, oltre ai ministri competenti, di pronunciarsi chiaramente contro il trattato UE-Mercosur. Vogliamo che sia chiaro il messaggio:
- Questo accordo fa male al pianeta e alle persone
- Questo accordo è morto, e non esistono dichiarazioni interpretative o documenti supplementari in grado di cambiarne la natura
- Le persone non accettano questo trattato, la Commissione europea e i governi devono dichiarare il fallimento del negoziato
- Vogliamo cooperazione fra Unione europea e Mercosur, ma non in questi termini: se vogliamo rafforzare le nostre relazioni con il continente sudamericano, cominciamo da solidarietà, cooperazione e mutualismo
L’Italia non si è ancora pronunciata sul trattato, e questo è molto grave. Siamo tra i pochi grandi paesi europei che hanno voluto insabbiare la questione nascondendo il tema agli occhi dell’opinione pubblica. Per questo il nostro compito è ancora più importante: dobbiamo stanarli!
#StopEuMercosur: non svendiamo il pianeta e la nostra salute
Parte in tutta Europa e nei Paesi dell’America Latina la nuova campagna sostenuta da 265 organizzazioni e sindacati, 42 solo in Italia
Con il nuovo report di Stop TTIP Italia “Pianeta Svenduto” e una lettera firmata da 265 organizzazioni europee e latinoamericane parte oggi la Campagna #StopEuMercosur, per fermare uno dei trattati più tossici mai formulati, negoziato dall’UE con i Paesi del mercato comune sudamericano (Mercosur): Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay.
Il documento è firmato, in Italia, da Stop TTIP Italia, Fairwatch, CGIL, Terra!, Greenpeace, Legambiente, ARCI, ARCS, Slow Food, Attac Italia, ISDE, Navdanya International, Fridays For Future Italia, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, LAV, A Sud, Movimento Consumatori, COSPE, Coordinamento Nazionale No Triv, Transform! Italia, USICONS, Associazione Botteghe del Mondo, AIMeF, Movimento Umanista Popolare, Coordinamento Nord-Sud del Mondo, CiLLSA, Civica, Fondazione Capta, Sobrevivencia, Fridays For Future Pisa, Fridays For Future Roma, Comitato Acqua Pubblica Salerno, Hemp Revolution, Comitato Stop TTIP Udine, Slow Food Cremonese, Verdi Europa Verde Milano, ProDES FVG-ASP, Associazione culturale Musica in corso, Associazione Natura, Cavalli e Carrozze, Acqua Bene Comune Valle Telesina, Salviamo il Paesaggio Casalasco, Meetup Andora in Movimento, Associazione Il Chicco di Senape.
Con questa lettera, indirizzata ai Governi, al Parlamento europeo e alla Commissione europea, la società civile sui due lati dell’Atlantico si mobilita contro un accordo commerciale che rischia di alimentare la distruzione dell’Amazzonia e le violazioni dei diritti umani, soprattutto per i popoli indigeni. Il tutto per aumentare gli scambi fra l’Unione europea e i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) di prodotti particolarmente dannosi per il clima e l’ambiente: da un lato il trattato vuole facilitare l’industria automobilistica europea – e soprattutto tedesca – mentre dall’altro aiuterà allevatori e agricoltori brasiliani e argentini a spedire in Europa centinaia di migliaia di tonnellate di carne, soia, biocarburanti e altri prodotti agricoli, tra cui OGM e prodotti trattati con pesticidi spesso vietati. Tutte produzioni ricavate spesso dalla deforestazione dell’Amazzonia, che con l’abbattimento di regole e controlli potranno entrare nei nostri mercati a prezzi così bassi da colpire duramente il settore agricolo nazionale e continentale. Non solo: anche se ormai è incontestabile il collegamento fra allevamenti industriali e pandemie, questo accordo rafforza un settore che sta contribuendo ad una crisi ecologico-sanitaria senza precedenti.
Per accendere un faro sugli impatti ecologici, economici e sociali dell’accordo UE-Mercosur, Stop TTIP Italia pubblica oggi “Pianeta Svenduto”, un rapporto di analisi che va nel merito del trattato commerciale per dimostrarne l’insostenibilità e spingere la politica a prendere una posizione netta contro la sua approvazione. Finora, tuttavia, l’Italia si è allineata acriticamente alle posizioni favorevoli di altri paesi europei, come dimostrano le dichiarazioni della Viceministra degli Esteri, Marina Sereni e del Ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola. Il rapporto che pubblichiamo oggi e la Campagna #StopEuMercosur contengono tutti gli elementi per mettere da parte questo ottimismo e assumere una prospettiva più critica.
Come siamo arrivati a questo punto? Dopo 20 anni, i negoziati tra l’UE e i paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay) sono culminati in un accordo politico nel giugno del 2019. Da allora la Commissione europea sta preparando il documento per la ratifica definitiva, che spetta al Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali. Ma questo accordo è molto controverso: i Parlamenti di Austria, Olanda e Vallonia lo hanno addirittura respinto per com’è oggi, mentre alcuni stati membri (Francia e Irlanda) hanno espresso chiare critiche. È difficile infatti trovare un accordo commerciale più pericoloso per l’ambiente, il clima e i diritti umani di quello con il Mercosur. Le politiche antidemocratiche e del presidente brasiliano Jair Bolsonaro stanno colpendo tutti i cittadini, ma in particolare le minoranze e le comunità indigene. Inoltre, la sua vicinanza alle lobby della carne e della soia alimentano gli incendi nella foresta Amazzonica, che sta perdendo la sua capacità di mitigare il cambiamento climatico.
Noi crediamo che questa volta non debba vincere la voglia di fare affari o la paura di mettersi contro le grandi imprese multinazionali. Crediamo che l’Italia e l’Unione europea non debbano macchiarsi di complicità nella devastazione ambientale e nel massacro dei difensori della terra e dei diritti. Per questo chiediamo che il nostro Parlamento richiami il Governo a schierarsi immediatamente contro il trattato UE-Mercosur e a allinearsi agli altri membri Ue che ne chiedono la sospensione e la completa revisione.